INDAGINE CONOSCITIVA DELL’ATTIVITA’ DEI SOCI .
RISULTATI

Alla fine dello scorso anno l’Associazione ha inviato a tutti i Soci un questionario anonimo di rilevazione per un’indagine conoscitiva della loro attività, allo scopo di avere una panoramica, sia regionale che nazionale, delle modalità con cui i Consulenti Familiari esercitano la loro professione e, soprattutto, con quale grado di soddisfazione.

IL QUESTIONARIO ANONIMO
A.I.C.C. e F.
Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari

INDAGINE CONOSCITIVA DELL’ATTIVITA’ DEI SOCI
QUESTIONARIO ANONIMO DI RILEVAZIONE
(contrassegnare con una x la casella prescelta)

Generalità
Maschio Femmina Età ______
Socio Effettivo Socio Aggregato Diplomato
Anno del diploma ______ Anno di Iscrizione all’Albo dei Soci _______
Regione:________________Comune di residenza_____ e di attività______

Esercizio della professione ( si può barrare più di una casella)
1.Forma di esercizio della consulenza familiare:
Dipendente di Ente pubblico o privato
A convenzione in struttura accreditata
In forma gratuita in struttura pubblica o privata
Come lavoratore autonomo (libero profes.sta)

2.L’attività viene svolta presso la seguente struttura:
Consultorio pubblico Consultorio privato Ente pubblico
Studio associato Studio singolo Altro
3.Durata della consulenza:
3.1 Numero di incontri da 1 a 3. . . . .mai qualche volta spesso sempre
3.2 Numero di incontri da 4 a 10. . . mai qualche volta spesso sempre
3.3 Numero di incontri oltre 10. . . .mai qualche volta spesso sempre

4.Grado personale di soddisfazione: . . .molto basso basso medio alto molto alto

Supervisione
5.Tipo di supervisione: -individuale -di gruppo -non effettuo supervisione
6.Frequenza della supervisione: Settimanale quindicinale trisettimanale mensile oltre il mese
7.Soggetto supervisore : -consulente familiare -psicoterapeuta -psichiatra -altro

8.Grado personale di partecipazione: molto basso basso medio alto molto alto

9.Grado personale di soddisfazione: molto basso basso medio alto molto alto

Rapporti con gli utenti
10.Utilizzo del contratto di consulenza/consenso informato in forma scritta: -si -no
11.Invio dell’utente ad altri professionisti: mai qualche volta spesso sempre
12. Motivi dell’invio del cliente ad altri professionisti:
12.1 decisione del consulente -mai qualche volta spesso sempre
12.2 richiesta del cliente -mai qualche volta spesso sempre
12.3 richiesta della struttura - mai qualche volta spesso sempre
12.4 richiesta dell’Autorità -mai qualche volta spesso sempre
(giudice,servizi sociali ecc)

Grado di soddisfazione professionale rispetto alle seguenti aree.
. . . . Area . . . . . . . . . . . . molto basso basso medio alto molto alto
13.Rapporto con la struttura
14.Rapporto con i colleghi
15.Rapporto con altri professionisti
16.Rapporto con i clienti
17.Supervisione

Aggiornamento professionale e formazione permanente. Partecipazione a:
18.Giornate di studio AICCeF mai qualche volta spesso sempre
19.Seminari delle Scuole accreditate mai qualche volta spesso sempre
20.Convegni o seminari di Enti pubblici mai qualche volta spesso sempre
21. “ “ di Enti privati mai qualche volta spesso sempre

Valutazione dello strumento di rilevazione utilizzato (il presente questionario).
22.La compilazione è stata: molto facile facile difficile molto difficile
23.Le domande sono chiare: sempre spesso raramente mai
24.Gli argomenti sono appropriati: sempre spesso raramente mai
25.Nella compilazione mi sono sentito/a: svogliato . . a disagio .. interessato . . soddisfatto

Spazio per annotazioni personali e suggerimenti.

Caro/a Socio/a,
nel ringraziarti per il tempo dedicato alla compilazione del presente Questionario ti preghiamo di inviarlo, compilato in ogni parte e non firmato, con lettera semplice alla Presidenza dell’AICCeF, Via Severoli 18, 48018 FAENZA (RA), oppure di consegnarlo alla Segreteria in busta chiusa alla prossima Giornata di Studio del 30 gennaio 2011.

Dopo aver raccolto ed esaminato i questionari pervenuti abbiamo elaborato questo breve resoconto che da un’idea generale delle forme di esercizio della consulenza familiare, dei luoghi prescelti o adottati per esercitarla, del tipo di supervisione di cui si usufruisce, dei rapporti che intercorrono con i luoghi e le persone di riferimento, del tipo di aggiornamento professionale prescelto per la formazione permanente.
I questionari pervenuti ed elaborati sono stati 96, non molti in verità, ma sufficienti per formare un campione statistico di valore, considerando che sono pervenuti da tutte le regioni d’Italia.
Questi risultati sono stati forniti al Consiglio Direttivo dell’Associazione per le conseguenti valutazioni di competenza.
Il campione è formato da Soci effettivi (81%) e Soci aggregati(19%), e composto dall’83% di femmine e dal 17% di maschi.
Nella prima serie di domande è stato richiesto le modalità di esercizio della professione ed in primis in quale forma si esercita la consulenza. La risposta più gettonata è stata: In “forma gratuita in struttura pubblica o privata”, indicata dal 69% degli intervistati, mentre subito dopo troviamo “Come libero professionista” con il 18% delle risposte. Seguono Dipendente di Ente pubblico o privato col 7% e A convenzione in struttura accreditata con il 6% delle risposte.
Da tenere presente che a questa domanda poteva essere data anche più di una risposta pertanto il risultato è stato percentualizzato tenendo presente che l’intervistato poteva barrare anche due caselle. I valori percentuali delle risposte rispecchiano, pertanto, le scelte effettive riferite a tutto il campione.
Per quanto riguarda il luogo dove l’attività di consulenza viene svolta, prevedevamo che nei Consultori privati venisse svolta la quasi totalità dell’attività dei Consulenti familiari, ma il risultato ha riservato una piccola sorpresa, perché nei consultori privati viene svolto il 67% dell’attività, mentre presso studi professionali, singoli o associati il 13%, nei consultori pubblici e presso gli enti pubblici il 7%. Infine il dato definito con la parola Altro, cioè altre strutture diverse da Consultori o studi professionali, assomma al 13% dei casi.
Alla domanda n.3, numeri degli incontri e durata della consulenza, le risposte sono state molto articolate e in questa sede non vogliamo entrare nel dettaglio delle singole sottorisposte (sarebbe noioso esporre tanti numeri), ma abbiamo considerato la prevalenza di durata dichiarata (“spesso” e “sempre”), da cui risulta che il 56% degli intervistati effettua in prevalenza un numero di incontri di consulenza da 4 a 10, il 36% oltre i 10 incontri, e il 17% da 1 a 3.



Alla domanda numero 4 Grado personale di soddisfazione nell’esercizio della professione, abbiamo ricevuto la conferma, come risulta dal grafico, che i C.F. non solo amano il proprio lavoro, ma sono molto soddisfatti quando lo esercitano. Poco più del venti per cento ha espresso una “media” soddisfazione e nessuno un grado basso o molto basso.
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Alla domanda n.5, quale tipo di supervisione viene effettuata, le risposte, parametrate in percentuale come per la domanda n.1 in quanto sono state date anche più risposte (alcuni intervistati hanno dichiarato di effettuare supervisione sia individuale che di gruppo) sono state le seguenti: supervisione individuale il 24%, supervisione di gruppo il 71%, non effettuo supervisione 5% del campione. Mentre la frequenza temporale della supervisione ha visto nella cadenza mensile la maggioranza dei casi ( quasi il 67% dei casi).
Per il soggetto supervisore i risultati sono i seguenti: consulente familiare 26%, psicoterapeuta 63%, psichiatra 6%, altro 5%.
Infine, per quello che riguarda il grado personale di partecipazione alla supervisione e di soddisfazione del servizio ricevuto, i risultati quasi si equivalgono e sono ben rappresentati nel grafico. Da qui si evince che i C.F. sono in prevalenza ampiamente soddisfatti della funzione di supervisione e di come viene svolta (a tale proposito vi rimando al Dossier Supervisione a cura della Presidente pubblicato in questo numero).



Tuttavia non si può ignorare che è stato dichiarato un venticinque per cento di medio/bassa soddisfazione, sul quale andranno fatte accurate riflessioni da tutti i protagonisti, sia dagli organi dell’Associazione sia dai soci stessi.
La domanda n.10 riguarda l’utilizzo del contratto di consulenza e consenso informato da sottoporre al cliente. Qui le risposte danno il 54% di si e il 46% di no. Il risultato è abbastanza significativo, ed è indicativo di una prassi professionale non ancora consolidata. Ricordiamo che il Contratto di consulenza non è una forma burocratica di appesantimento della relazione d’aiuto (o almeno non del tutto), ma è soprattutto una forma di rispetto nei confronti del cliente, che viene informato di cosa sta facendo (e soprattutto cosa NON sta facendo) ed una garanzia per il consulente a “futura memoria”. In relazione alla composizione del documento, al suo contenuto ed alla sua somministrazione sarebbe interessante sapere cosa ne pensate Voi lettori sull’argomento!
Alla domanda 11 e 12, invio del cliente presso altri professionisti, le risposte hanno messo in luce che questa circostanza avviene solo “qualche volta” nella stragrande maggioranza di casi (90%), e che, comunque, si attiva per volere del consulente o del cliente nell’81% dei casi, per volere della struttura nel 10% e per volere dell’autorità nel 5% dei casi.
Proseguendo ad esaminare il questionario notiamo che le risposte fornite alle domande (dal 13 al 17) sui rapporti del consulente con luoghi e persone, hanno dato il senso di un buon grado di soddisfazione del consulente nei confronti dei colleghi della struttura e/o dell’equipe (le risposte alto e molto alto sono state del 74%), dei titolari della supervisione e del come viene effettuata (le risposte alto e molto alto sono state del 75%), delle strutture dove la consulenza viene effettuata (le risposte alto e molto alto sono state del 67%). Nei rapporti con gli altri professionisti non consulenti familiari le risposte alto e molto alto sono state maggioritarie ma non hanno superato il 60%. Il livello sicuramente più alto di soddisfazione è stato raggiunto dalle risposte date al rapporto con i clienti pari al 91%, come risulta dal grafico. Da notare che in quest’ultima domanda non vi sono state risposte di grado basso o molto basso, contrariamente a quelle date per valutare i rapporti intercorrenti con gli altri soggetti
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Infine nella sezione dell’aggiornamento professionale, che ha auto lo scopo di conoscere quali sono le preferenze del soci in tema di partecipazione ad eventi formativi, le risposte hanno evidenziato che per la formazione permanente i soci utilizzano tutte le possibilità offerte dal mercato della formazione, anche se le Giornate di studio Aiccef hanno una leggera maggiore preferenza.
A conclusione di questo resoconto sulle risposte dei nostri colleghi, a parte l’ottima valutazione sulla chiarezza e appropriatezza dello strumento utilizzato, ci fa piacere il fatto che tutti gli intervistati si sono sentiti interessati o soddisfatti.